Il Consultorio

Cos'è
Il consultorio M.I.T è un consultorio specialistico a tutela della salute dei cittadini che manifestano disagi legati all’Identità di Genere. Nel Giugno 1998 gli operatori del consultorio hanno contribuito, in qualità di soci fondatori, alla nascita dell’Associazione denominata “Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere” (O.N.I.G.) con sede a Roma, che mette in rete i principali centri specialistici pubblici e privati del territorio nazionale che si occupano di Identità di Genere. In particolare il Consultorio MIT ha cooperato alla stesura delle linee guida di intervento medico, chirurgico, psicologico e legale a garanzia delle attività dei professionisti ai quali tutti i centri associati si impegnano ad aderire.
La convivenza di un Consultorio, nato con le caratteristiche e le esigenze dei Consultori del Sistema Sanitario Nazionale, con le caratteristiche e le finalità dell’Associazione M.I.T., ha creato una marca di contesto specifica, che ha spinto sia gli operatori del Consultorio che i volontari dell’Associazione stessa a forme di accordo ed intesa. Il primo contatto dell’utenza, telefonico o diretto presso l’Associazione stessa, avviene infatti con i membri dell’Associazione, che forniscono le indicazioni per l’accesso al consultorio e, solitamente, fissano un appuntamento con l’Operatrice Sociale che svolge la prima vera e propria “ Accoglienza al Consultorio”. Il terreno d’accoglienza, favorevole e rassicurante, fornito dall’Associazione ha consentito a numerose persone di accedere al Consultorio con richieste molteplici e complesse. inizio pagina

Tutela della salute
Tra gli obiettivi principali della nostra associazione, c'è quello del diritto alla salute delle persone transessuali.
Garantire a tutti coloro che lo richiedono, l'assistenza, le cure e il sostegno, rispettando la loro volontà, i loro bisogni e la loro dignità. L'esperienza del transessualismo, spesso è associata ad un percorso di cure mediche, di interventi chirurgici e di assistenza psicologica. E' sul fisico che un transessuale interviene per armonizzare l’aspetto alla percezione di se; attraverso cure ormonali, interventi di chirurgia più o meno complessi.
Fino ad ora questo tipo di assistenza non era garantita, anzi era negata e questo ha fatto si che molte persone, non potendosi sottoporre a visite mediche , si autoprescrivevano cure e diagnosi. Per anni ha funzionato il consiglio dell'amica, l'esperienza di quella che aveva già sperimentato, il sentito dire e il passa parola. Tutto ciò ha creato grossi problemi all'integrità fisica e psicologica di tante persone.
Il dosaggio ormonale, che dovrebbe essere un test obbligatorio per quanti cominciano una cura, non è stato mai utilizzato, anzi quasi sempre era negato da parte di quei medici ( tanti ) moralisti e obiettori di coscienza che in Italia e nel mondo hanno gestito la salute dei cittadini.
Un test serio, insieme ad una visita approfondita può suggerire una cura corretta ed evitare danni irreparabili. Il sistema ormonale è un apparato complesso e delicato, basato su equilibri perfetti, intervenire su di esso senza criteri, significa esporsi a grossi rischi; reni, fegato e sistema circolatorio sono i più esposti e ne escono spesso compromessi.
Nell'ambiente transessuale la regola era dettata dalla condizione di emarginazione, per cui gli ormoni si acquistavano senza ricetta in determinate farmacie accondiscendenti, si assumevano in quantità e secondo modalità molto personali e con criteri molto discutibili.
Sempre secondo questa logica, c'è stato l'uso di silicone o di sostanze simili per correggere le imperfezioni del corpo. Questo tipo di intervento era affidato (e lo è tuttora) a persone, spesso transessuali brasiliane (bombardere), che si improvvisavano chirurghi. Sostanze di pessima qualità e di discutibile provenienza vengono iniettate in parti del corpo dove è assolutamente sconsigliato immettere sostanze e corpi estranei, tutto questo senza rispettare delle normali regole igieniche. Il silicone, per sua natura è una sostanza oleosa e liquida, quindi soggetta a spostarsi o ad essere assorbita dai tessuti se non addirittura entrare nel sangue. L'effetto estetico immediato, ben presto lascia il posto ad inestetismi o a veri e propri scempi. Molte trans sono morte per il silicone, l'embolia o la paralisi di organi vitali le cause più frequenti.
Anche gli interventi, effettuati da chirurghi più o meno esperti, famosi nel circuito trans, non sempre hanno avuto gli effetti desiderati. Questi individui, che per anni hanno lucrato sulla pelle di migliaia di persone, pensavano solo ed esclusivamente al loro tornaconto, senza attenersi a regole deontologiche e umane.
Bastava prendere appuntamento con la segretaria del chirurgo in voga, fare una visita veloce con colui che aveva il segreto della bellezza e sottoporsi all'intervento dietro avvenuto pagamento. Tra gli interventi più richiesti: seno, rinoplastica, labbra, leefting.
Il risultato era lo stesso naso e le stesse labbra per centinaia di persone fisicamente diverse tra loro, che all'uscita della sala operatoria sembravano replicanti. Le protesi al seno che non tenevano conto assolutamente della dilatazione dei tessuti per cui dopo qualche settimana c'era il rigetto. Una stessa trans ricorreva alla rinoplastica più di una volta, senza limiti da parte del chirurgo, alterando la cartilagine e riducendo i tessuti. inizio pagina

L'Equipe
1 Operatrice Sociale:

2 Psicologhe:

1 Endocrinologo:

1 Supervisore Psicologo Psicoterapeuta dell’attività organizzativa e clinica:

Metodologia di lavoro:
Attività:

Modalità operativa
La funzione principale della nostra equipe è di non colludere con l’urgenza – spesso presentata alla prima richiesta- ma fornire all’utente una risposta interdisciplinare. Nella nostra ottica di lavoro questa risposta deve tener conto della stretta interconnessione tra MENTE/CORPO e quindi dei rimbalzi che una risposta attesa sul piano somatico – concreto (ad es. assunzione di ormoni) ha inevitabilmente sull’equilibrio e sui meccanismi di difesa. Riteniamo necessario, quindi, accogliere la richiesta e restituire all’utente una risposta interdisciplinare.
La fase dell’accoglienza, svolta come abbiamo visto dalla figura dell’operatrice sociale, risulta essere allora, un delicato lavoro sulla complessità della domanda e sulla ridefinizione della stessa, che riteniamo, debba essere svolta da una figura professionalmente altamente formata.
Al primo colloquio d’accoglienza viene compilata una scheda in cui vengono raccolti i principali dati anamnestici della persona, i dati riguardante la famiglia d’origine, l’eventuale presenza di stress durante la gravidanza della madre, gli eventuali periodi trascorsi fuori dalla famiglia, come si manifesta il D.I.G. Eventuali trattamenti ormonali e/o estetici eseguiti, il “ come mai ora ”, la presentazione dell’equipe e degli standard definiti dall’O.N.I.G. ai quali il Consultorio aderisce.
Dopo uno o più colloqui, l’Operatrice Sociale, in riunione d’equipe settimanale con le figure psicologiche, effettua il passaggio caso per la fase psicodiagnostica, oppure invia ad altro servizio pubblico o privato.
Il primo intervento della psicologa è l’informazione. L’utente verrà informato esaurientemente sul tipo di percorso che intraprenderà e sui risultati possibili e solo dopo che questi avrà acconsentito (consenso informato) si procede. La fase psicodiagnostica viene svolta attraverso 3-4 colloqui clinici e la somministrazione di alcuni test proiettivi ( Test di Rorschch, di Machover, Corman ), di un test cognitivo ( Test di Wais) e la stesura del genogramma familiare. Alla fase psicodiagnostica segue, nella quasi totalità dei casi, una presa in carico consulenziale o terapeutica. La terapia ormonale richiede una relazione psicologica di almeno 6 mesi. inizio pagina