Consultorio | Dettagli |
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Dal 1994 la Regione Emilia Romagna sostiene attraverso un
finanziamento annuo il Consultorio per la Salute delle Persone Transessuali del
MIT. Esso è in linea con il protocollo sanitario nazionale, con quello
dell'O.N.I.G. ( Osservatorio Nazionale Identità di Genere) e
convenzionato con la USL Città di Bologna. Il Consultorio è
costituito da un'equipe specialista formata da due psicoterapeute, una
psicologa supervisora, un'endocrinologa, un operatore sociale e ultimamente un
chirurgo. Il consultorio segue e sostiene tutti coloro che lo richiedono:
transessuali, transgender, travestiti e tutti coloro con DIG ( Disforia
Identità di Genere). Dopo un colloquio preliminare con l'operatore
sociale, si decide e si stabilisce la presa in carico, il cui percorso è
individuale e rispettoso delle esigenze e dei bisogni di ognuno. Le persone
sono seguite in tutto il loro transito ed hanno garantito assistenza medica e
legale, tutto in modo gratuito e nel rispetto dell'anonimato.
In base ai fondi elargiti dalla Regione, sono circa 110 le persone che possono
essere prese in carico ogni anno. Attualmente gli utenti afferiti al
consultorio sono 103, con una lista di attesa pari al doppio delle reali
possibilità. L'utenza proviene dalla città e dalla regione per il
50% e dalle regioni limitrofe ( Veneto, Toscana e Marche) per l'altra
metà. Attraverso una linea telefonica e l'ausilio di una operatrice
trans, il Consultorio espleta anche un servizio di accoglienza a bassa soglia.
Le telefonate di richiesta di aiuto, informazioni e sostegno provengono da
tutta Italia e specialmente dal Meridione.
Sportello CGIL | Dettagli |
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Lo sportello che è in funzione dal 1997, nasce da un accordo con la CGIL, da un lavoro comune nella tutela e nella difesa dei diritti delle fasce sociali più deboli.Il servizio si occupa di assistenza e tutela nei diritti del lavoro, in quelli contrattuali e previdenziali, di infortuni, invalidità e malattia. - Nel 1997 il MIT e la CGIL hanno svolto insieme una ricerca su transessualità e lavoro. I dati emersi forniscono un quadro del esperienza trans nel rapporto con il lavoro, la disoccupazione e la prostituzione. ( riportiamo i dati della ricerca). -Corso di formazione per 16 cittadini transessuali, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, in collaborazione con il Comune di Bologna nel 1998. Un corso per tutori e custodi dei beni artistici, culturali e ambientali.
Centro di Documentazione | Dettagli |
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Il MIT raccoglie sistematicamente tutto il materiale (cartaceo, video, fotografico ),che riguarda direttamente o indirettamente il transessualismo. Questa attività che il MIT si è data, è di fondamentale importanza per un archivio interno e come strumento essenziale per il nostro lavoro. Esso rappresenta una fonte unica e preziosa a cui possono attingere, non solo i nostri associati, ma tutti coloro che ricercano dati e informazioni in materia.
Prostituzione Sicura
La priorità che la nostra associazione si è
data è linformazione e la prevenzione allAIDS e alle
Malattie Sessualmente Trasmesse. In relazione a ciò si sono fatti tanti
discorsi, si sono scritti fiumi di parole, si è dibattuto e si è
argomentato, mentre le nostre amiche e i nostri amici ci lasciavano. Alla
confusione iniziale e allangoscia, che tutto ciò ci procurava,
abbiamo sostituito lazione concreta.
Quasi tutto il nostro operato si inserisce in un progetto più ampio
sulla salute e specialmente sulla lotta allAids, problema con cui da
subito ci siamo dovuti confrontare.
Lo stretto contatto che abbiamo tenuto con quelle associazioni e quegli enti
che si occupavano specificamente di ciò, ci ha fatto sviluppare e
concertare delle strategie che, nel tempo, si sono dimostrate essenziali in
questa battaglia. Citiamo a proposito :
Assistenza
carcere
Una convenzione tra il MIT e la direzione del carcere
bolognese della Dozza, permette che alle trans recluse e ad altri detenuti, sia
garantita una certa forma di assistenza. Da circa due anni alcune compagne del
MIT usufruiscono dellarticolo 17, che prevede la prestazione di
assistenza e sostegno ai detenuti. Larticolo che è stato
rilasciato dal Ministero di Grazia e Giustizia, riguarda cinque operatrici, che
come prevede la legge, sono volontarie e tutte appartenenti alla nostra
associazione.
La condizione dei/delle transessuali, nelle carceri è problematica e
difficile, essa varia nei diversi istituti e nelle diverse città,
secondo le disposizioni e i regolamenti interni. Il problema principale
è rappresentato dal rapporto di convivenza con il resto della
popolazione carceraria, che non sempre è tranquillo, anzi spesso
è causa di tensioni che generano paure e disagio.
Per la particolarità dellesperienza e del carattere, per le
caratteristiche psicologiche e fisiche, una trans non può essere
accomunata, per ovvi motivi, a reparti maschili. Questo discorso non riguarda
solo il carcere, ma tutte quelle strutture che prevedono una separazione tra
reparti maschili e reparti femminili, come gli ospedali o altri servizi
pubblici. Tutto questo può rappresentare una prima e grossa causa di
sofferenza e disagio, che compromette spesso lequilibrio emotivo del
soggetto.
Nellimmaginario collettivo, specie tra la popolazione carceraria
maschile, una trans è considerata come una donna e quindi come possibile
oggetto di desiderio, è vista come soggetto debole e quindi come
bersaglio di violenze e aggressività o figura verso cui indirizzare le
varie pulsioni che non sempre sono tranquille. Sapere gestire il rapporto con
gli altri detenuti e poterlo controllare non è sempre facile, anzi,
spesso tutto ciò sfugge alle capacità personali.
Analizzare la situazione carceraria senza considerare la sessualità dei
detenuti, non ci aiuta a comprendere la problematica. Spesso si ignora, anzi si
preferisce non pensare, oppure si crede che una persona reclusa abbia lasciato
fuori oltre alla libertà anche i propri bisogni e le proprie pulsioni.
In questo senso, la prevenzione e linformazione su HIV ed MTS possono
essere azioni fondamentali, che dovrebbero diventare prassi quotidiana, visto
la promisquità sessuale, che si vive nelle sezioni.
Limpossibilità di fare entrare materiale di profilassi e
lassenza dei normali strumenti di prevenzione, rende a rischio molti dei
comportamenti e delle abitudini in uso dietro le sbarre.
Molte transessuali, anzi quasi tutte, fanno uso di ormoni e questo richiede
controlli costanti, visite specialistiche e un periodico dosaggio ormonale. Il
controllo di un endocrinologo dovrebbe essere una regola per tutte ed è
facilmente immaginabile, quindi, qual è la situazione di coloro che sono
in carcere. Una trans non può e non deve trascurarsi sotto questo
aspetto, deve avere la possibilità di curarsi, altrimenti i danni sono
irreparabili. Se quello della salute psicofisica è uno degli obiettivi
primari del MIT, il lavoro in carcere, in questo senso è importantissimo
e rappresenta uno spiraglio o addirittura lunica ancora di salvezza per
chi è recluso.
Le nostre operatrici fino ad ora hanno prestato assistenza a 18 transessuali,
di cui 3 Italiana e 15 straniere, quasi tutte sudamericane. Una volta a
settimana ci si incontra, si esplicitano i problemi e si fanno richieste. Le
nostre operatrici portano ogni volta materiale di vario tipo che ci è
stato richiesto e che raccogliamo abitualmente nella nostra sede: vestiti,
trucchi, prodotti per ligiene e la cura del corpo, libri, giornali e
alimenti. La richiesta degli ormoni e delle cure specifiche, riusciamo a
soddisfarla solo in parte, per i motivi che abbiamo già esposto.
Secondo stime approssimative, sono circa duecento in tutta Italia le
transessuali recluse; in gran parte dei casi sono inserite nei reparti
maschili, quasi sempre in celle con altre trans; in alcuni casi si sono creati
dei reparti appositi.
Attraverso Europap e in collaborazione con associazioni che operano in altri
paesi dEuropa, siamo entrati a far parte di un progetto Europeo che si
occupa dei/delle transessuali in carcere. Per ora siamo nella fase iniziale per
cui non abbiamo dati disponibili alla relazione, ma possiamo dire che esso si
occuperà di salute e il suo obbiettivo è la prevenzione e
linformazione su MTS ed HIV e la garanzia di assistenza medica
specialistica per le transessuali in carcere. Il progetto che attinge al Fondo
Sociale riguarda Italia, Francia, Spagna e Portogallo