Cos'è
Nella rete dei servizi interattivi sul territorio, un ruolo
importantissimo è rivestito dal Centro Diritti della CGIL,
allinterno del quale, ha preso a funzionare dal Novembre 1997 lo
sportello trans. Tutti i Martedì dalle 15 alle 18, unoperatrice
del MIT, affiancata dai compagni del sindacato risponde al telefono o incontra
direttamente tutti coloro ( target trans) che lo richiedono, per la tutela dei
diritti al lavoro e sul lavoro. Il servizio fornisce informazioni e tutela
specie in materia di: avviamento al lavoro, diritti contrattuali, diritti
previdenziali, malattie professionali, infortuni e invalidità.
Quando lo sportello è stato presentato, le aspettative del target erano
un po distorte, in quanto nellimmaginario comune, quello che si
inaugurava era una sorta di ufficio di collocamento che avrebbe soddisfatto la
domanda di lavoro. Infatti dalla ricerca di sfondo, il dato forte che emergeva,
era la difficoltà nellaccesso al lavoro, quindi le richieste in
tal senso sono state da subito le più frequenti. Se pensiamo che su 74
intervistate, 46 si prostituiscono e tra le 28 che lavorano non tutti hanno la
sicurezza e la garanzia di continuare, si deduce, che per quanto riguarda il
lavoro, quello dellinserimento è la richiesta maggiore. I diritti
sul lavoro, lassistenza, linfortunio, sono richieste che riguardano
coloro che già lavorano, che non sono tutte e non sono tantissime e
comunque non hanno il problema tutti i Martedì. Dallapertura ad
oggi, in un anno e mezzo circa, le telefonate e gli accessi sono stati
tantissimi, tutti interessanti e fruttuosi per quanto riguarda la soluzione dei
problemi. Le richieste in genere sono state di assistenza legale sui posti di
lavoro per minacce di licenziamento (13 ), per pratiche previdenziali e di
invalidità ( 11 ),
avviamento al lavoro (15) per
diritti contrattuali (16 ). Sono
stati avviati 8 percorsi di borsa
lavoro.
Transessualità e lavoro
Per una transessuale, quello con il lavoro è un
rapporto problematico e controverso, che incide in modo più o meno
profondo sulla qualità della vita, sulle scelte e la realizzazione
individuale.
E occupandosi di questo aspetto, che nel 1996 inizia ufficialmente il
rapporto tra il MIT e il sindacato. La CGIL, nellambito della lotta
allesclusione sociale, decise di occuparsi di transessualismo, indagando
sulla realtà bolognese con uninchiesta.
Con questa, si voleva verificare quanto e come i /le transessuali fossero
discriminati ed esclusi, nellaccesso al lavoro; il rapporto frustrante e
problematico con lambiente lavorativo e la conseguente emarginazione.
Quanto questi fattori incidessero sulla scelta di prostituirsi, quante e quali
ripercussioni essi hanno sulla salute psico-fisica di questa categoria.
La ricerca è stata svolta nella seconda metà del 1996 a Bologna
attraverso un questionario distribuito alle persone che si rivolgono al
consultorio del MIT. La ricerca descrittiva esplicativa, cerca di raccogliere
dati che aiutano a scoprire e meglio comprendere la realtà in questione,
a verificare inoltre, lipotesi secondo la quale, laccesso al lavoro
per un/una transessuale è difficile e problematico.
La ricerca si avvale di un questionario che prevede interviste strutturate, ma
nello stesso tempo abbastanza flessibili nelle risposte. Per la
complessità del problema e per lumanità che ne traspare,
vengono fuori delle vere e proprie storie di vita. Il questionario è
composto da 24 quesiti, i primi dei quali, sono una raccolta di dati
anagrafici: età, genere, luogo di nascita e residenza; delle condizioni
materiali di vita: abitazione, scolarizzazione, cure e rapporti sociali. Le
altre domande si riferiscono ad esperienze dirette e personali su lavoro,
prostituzione e formazione professionale. Infine domande su quali sono i
problemi reali e le eventuali soluzioni.
Le interviste sono 74,
corrispondenti al 65% circa del
target bolognese, così distribuite:
Quasi tutte si sottopongono a cure più o meno
costose ( elettrolisi £ 130/150.000 lora, chirurgia estetica dai 4
milioni dellintervento più semplice, ai 35 milioni
dellintervento per la rettifica sessuale per le MTF, mentre per gli FTM i
prezzi sono di gran lunga superiori; le cure ormonali ecc. ).
Si possono riscontrare dei nessi tra alcune variabili, quali il luogo di
nascita o la provenienza e la scolarizzazione, la quale è medio-bassa
tra chi proviene dal sud e medio-alta tra quelli del nord.
Lesistenza di rapporti con la propria famiglia e la solitudine, con la
scelta di prostituirsi; le dieci che non hanno rapporti con la loro, sono
esclusivamente tra quelle che si prostituiscono. Con questo si può
capire limportanza del sostegno psicologico e morale da parte dei
famigliari nel dare sicurezze e garanzie.
Altra caratteristica è il rapporto tra i costi elevati delle cure e dei
trattamenti e la scelta di prostituirsi.
Conclusioni: la realtà che emerge da questa ricerca, comunque,
non è indicativa di una situazione generale riferibile allintero
territorio nazionale, bensì allarea dellEmilia Romagna. Le
condizioni di vita differiscono da regione a regione, di sicuro la
qualità della vita di un/una transessuale a Bologna è migliore
visto le linee politiche e socio-culturali che le locali amministrazioni hanno
avuto fino ad ora nel garantire i diritti dei più deboli.
Oggi, nel 1999, alla luce di trasformazioni sociali e culturali, ci sembra
opportuno fare una riflessione a proposito, per comprendere meglio la questione
transessuale che rispetto a prima si stà evolvendo. Un grosso mutamento
è in atto e la profonda evoluzione che ad esso si accompagna, ha fatto
si che la vita di un/una trans oggi, è radicalmente diversa da quella di
30 anni fa.
Lemarginazione, associata al coming-out ( visibilità)
transessuale, negli anni sessanta, portava ad una perdita di fiducia e ad una
disistima verso se stessi, che ingigantiva i già grossi problemi nei
rapporti con il proprio quotidiano e allargava la già grande distanza
tra questa categoria e la società, rendendo difficile una possibile
integrazione sociale. Sentirsi stigmatizzati e perseguitati, chiudeva
lorizzonte della propria immaginazione e lo spazio della
progettualità. Oggi, almeno fino ad ora, quella che ci si presenta
è una realtà in cui abbiamo ottenuto una certa possibilità
e capacità di azione. Luniverso transessuale è troppo
complesso per essere ridotto allimmagine distorta che è stata
divulgata finora e la complessità, secondo noi, va letta come
ricchezza. Lautostima di cui ci stiamo impossessando è la base
della nostra esistenza, è lelemento essenziale ai nostri spazi di
progettualità, una grande conquista e una risorsa per noi e per una
società che aspira ad una continua emancipazione.